Professione content creator: cosa fa, cos’è e similitudini con l’influencer

Con l’avvento del digital – social media, web, blog, newsletter,… – sono nate nuove professioni nei settori comunicazione e marketing. Tra queste figure, ad esempio, ci sono influencer, social media manager, web developer, web designer, SEO copywriter  e content creator. Una qualifica che si sente nominare sempre più spesso è proprio quella di content creator, cosa fa di preciso però? E si differenzia da un/a influencer?

Se ti interessa questo lavoro, oppure se pensi che potrebbe esserti utile collaborare con content creator, leggi il nostro articolo per approfondire e schiarirti le idee. 

Buona lettura! 😊

In Italia esistono alcuni pregiudizi nei confronti delle persone che per professione fanno influencer marketing. Questo perché si pensa che stiano tutto il giorno sui social e, senza fare nulla né possedendo particolari doti e abilità, guadagnino moltissimo da un passatempo.

Ad alimentare questo pregiudizio c’è, alla base, una scarsa conoscenza delle professioni digitali. In realtà, se una persona è professionale non si improvvisa né influencer né content creator perché dietro c’è un lavoro costante e denso di competenze.

Inoltre, c’è anche il fatto che alcuni/e influencer effettivamente ostentano ogni giorno sui social non solo il proprio stile di vita irraggiungibile ma anche metriche (like e follower) talvolta non reali, cioè ottenute da bot o acquistate in modo poco etico. Insomma, non basta autoproclamarsi influencer per esserlo. 

In più, in Italia c’è un vuoto normativo per tutelare la privacy dei minori esposti da parte dei genitori senza consenso e regolamentare il mercato pubblicitario. 

Sono tutti elementi che non mettono in buona luce la categoria.

Per evitare dunque questo pregiudizio negativo sugli influencer, chi fa influencer marketing sui social media o sul proprio blog può definirsi content creator oppure blogger. 

Dunque, tornando alla questione, è difficile stabilire una differenza netta tra le due professioni. Vediamo allora il significato di ciascuna figura per dipanare la matassa. 

Il nome di queste professioni, come spesso avviene nell’ambito comunicazione e marketing, deriva dalla lingua inglese.

Content creator significa letteralmente “chi crea contenuti”, sui social ma non solo, quindi mette in evidenza il lato creativo, originale e di valore della professione.

Il lavoro di content creation di un/a professionista può interessare un brand perché ottiene contenuti di qualità su social e blog, un nuovo pubblico in target che può diventare cliente, traffico al proprio sito, follower su uno o più canali, ma anche notorietà e brand awareness. Non è però automatico che un/a content creator collabori con aziende e brand per promuovere i loro servizi e prodotti sui suoi canali personali, né che lo faccia con grande frequenza, come magari un/a influencer. 

Il/la content creator è una figura di solito meno nota dell’influencer – ma può raggiungere anche numeri di follower invidiabili -, che studia, realizza e produce contenuti (foto, video, grafica, testo) con creatività, originalità e molta qualità. Ed è attenta alla selezione delle sponsorizzate, secondo i propri valori. 

Come l’influencer può attirare l’attenzione di brand, aziende e agenzie per contenuti sponsorizzati. Può anche essere specializzato/a su tematiche specifiche come food, sostenibilità, moda, make-up, libri,…

Quando un/a content creator crea contenuti  segue un brief inviato dal brand o dell’agenzia oppure, più spesso, se ha carta bianca studia una proposta creativa illustrando i contenuti che intende realizzare per quel brand o quello specifico progetto, sempre seguendo obiettivi e valori del marchio ma anche il proprio stile.  

Influencer significa “persona che influenza”: grazie a popolarità e autorevolezza è in grado, appunto, di influenzare l’opinione e gli acquisti della sua community, cioè delle persone che seguono l’influencer sui social o sui suoi canali. E per questo attira l’attenzione di molti brand e agenzie perché aumenta le vendite. 

Per scegliere un/a influencer con cui collaborare però è fondamentale valutare non tanto il numero dei follower nella community, ma la credibilità e la relazione che ha creato con il pubblico, il coinvolgimento che riesce a generare e i valori che incarna. 

Sono valori in linea con quelli del brand o del progetto che si chiede di promuovere? Se non lo sono, il coinvolgimento di tale influencer potrebbe essere un boomerang per l’azienda. 

Nell’immaginario collettivo l’influencer è chi ha grandi numeri di pubblico (anche milioni di persone) e fa advertising, pubblicità a pagamento, tramite post e video sponsorizzati su qualsiasi cosa e prodotto in modo superficiale e forzato, come un testimonial qualsiasi. E ciò contribuisce sempre più a generare sfiducia e diffidenza verso l’influencer marketing. 

In certi casi c’è un fondo di verità, ma è comunque una generalizzazione. 

Non è detto che un/a influencer pubblicizzi qualsiasi prodotto e servizio senza criterio, anzi può essere specializzato/a in una nicchia (sostenibilità, food, libri, viaggi,…), né che produca contenuti privi di valore.

 Da qualche tempo, ad esempio, si sta anche diffondendo la figura del/la deinfluencer, cioè chi sconsiglia prodotti. 

Definire una linea netta di demarcazione tra content creator e influencer abbiamo visto che è difficile. Infatti, molto spesso accade che una figura sia ibrida e possa avere caratteristiche dell’una e dell’altra categoria.

Un/a content creator può avere una certa influenza sulla sua numerosa community, fidelizzata per l’interesse che nutre verso certi argomenti, così come un/a influencer può produrre contenuti studiati e dal valore elevato. 

Ora che abbiamo visto un/a content creator cosa fa, e hai le idee più chiare anche su cosa fa un/a influencer, può essere che tu abbia capito che hai bisogno di queste competenze per il tuo brand. 

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