Se la musica ti appassiona e ti attrae l’idea di “curare” per lavoro uno strumento musicale complesso, allora questa nostra intervista fa per te. 

CERCHI UN ACCORDATORE DI PIANOFORTE?

Trovalo su Jopla!

Abbiamo contattato Francesco Paolini, accordatore di pianoforti, che risponde alle nostre 10 domande, per farti conoscere più da vicino questa professione antica, che nasce in seguito all’invenzione del pianoforte, ovvero nei primi del Settecento. 

Iniziamo?

1. Ciao Francesco! Lascio a te presentarti alla community di Jopla per approfondire il tuo lavoro di accordatore di pianoforti. E ti chiedo già cosa ti ha spinto a diventarlo e da quanti anni accordi pianoforti?

Ciao! Sono Francesco Paolini, ho 58 anni e di professione accordo pianoforti, principalmente tra l’Emilia Romagna, soprattutto nelle città di Bologna, Ravenna, Modena, Forlì, Cesena e Rimini, e la Toscana. 

Lo faccio da diversi anni, e tutto è nato da un’esigenza che mi ha spinto ad abbracciare questo lavoro. Volevo dare una svolta alla mia professione e alla mia vita, pur restando nel campo musicale. 

2. Qual è stato il tuo percorso per diventare accordatore di pianoforti?

Arrivo a questa professione proprio da un percorso. Ero agente di commercio di strumenti musicali ma cercavo qualcosa di nuovo e stimolante, così mi sono ricordato di quando, da liceale, durante l’estate lavoravo nel reparto chitarre in un negozio di strumenti musicali a Bologna. 

Il mondo dell’accordatura, infatti, non mi è nuovo perché già da ragazzo accordavo le chitarre a orecchio, ma non era così difficile e complesso quanto accordare un pianoforte. Per fare un confronto immediato: la chitarra ha 6 corde, il pianoforte più di 200.

Proprio in quel negozio bolognese entrai in contatto con la professione dell’accordatore di pianoforte stando accanto, ascoltando e osservando all’opera un tecnico professionista, il signor Pasquini. Mi innamorai proprio di questa professione, ma rimase sopita dentro di me, per poi risvegliarsi dopo decenni. 

Infine, una volta decisa la svolta che volevo dare al mio lavoro diventando accordatore di pianoforti per professione, ho passato un anno a imparare i fondamenti in un laboratorio di Ravenna. Fatte mie le basi, poi per fare esperienza e cimentarmi nell’accordatura, ho lavorato per un altro anno in un negozio passando giornate intere ad accordare pianoforti. All’inizio, mentre facevo pratica, era dura riuscire ad accordare un pianoforte, mi ci volevano anche sei ore per un piano, adesso non è più così. 

3. Come si svolge un’accordatura e quanto dura?


Dipende da tantissime variabili. Oggi ci sono accordatori digitali professionali che sono di grande aiuto. 

Pensa che in un pianoforte ogni nota è suonata da tre corde (solo in alcuni casi da due, e in altri da una sola), e per ogni nota le tre corde, quando percosse, devono avere lo stesso identico suono, per tonalità e frequenza. 

Dunque bisogna accordare il pianoforte secondo la nota giusta, e poi accordare, di conseguenza le singole corde, in modo che siano tutte e tre identiche al millesimo. Se non suonano all’unisono, altrimenti, si crea il battimento, una scordatura, una stonatura. 

Anche per quanto riguarda la durata dell’accordatura, dipende. Varia in base alle condizioni del pianoforte, ma di solito impiego al massimo due ore. Più il pianoforte è vicino alle condizioni ottimali, più l’accordatura è precisa, veloce e sarà in grado di durare più a lungo.

Nell’accordatura influisce molto il numero di anni in cui il pianoforte è rimasto inutilizzato. Se, ad esempio, sono 5-10 anni che il piano di famiglia non viene più suonato e accordato, succede che le corde calano di tonalità e si allontanano dalla frequenza standard di 440 Hz (il parametro è la nota A/4 o La centrale, definita per convenzione dall’essere umano). Di conseguenza, risulta molto complicato riportare il tutto alle frequenze giuste. 

Per questo, per evitare traumi al pianoforte nonché rotture di corde, cerco soluzioni di accordatura intermedie per poi proseguire la risalita negli anni successivi. 

4. Di quali strumenti ti avvali: analogici o digitali?

Per accordare ci sono due scuole di pensiero: una si avvale solo dell’orecchio, l’altra di strumenti elettronici, come l’accordatore digitale. Io propendo per la seconda, però con il confronto e la ratifica dell’orecchio. 

Per quanto riguarda gli strumenti, per citarne alcuni, il più importante è la chiave, che allenta o tira le corde, e poi evidenzio anche le stecche e cunei, utili per separare le corde. 

Alcune volte, invece, occorrono strumenti per la messa a punto della meccanica, come lubrificanti e cacciaviti specifici, che risolvono – ad esempio – numerosi altri problemi di fluidità del meccanismo. L’obiettivo è fare in modo che il movimento del martelletto sulla corda, azionato dal tasto, sia il meno invasivo possibile. Il martelletto deve colpire le corde in modo fluido, liscio e lineare. In pratica, il pianista deve avere la sensazione di toccare le corde con le sue stesse mani. 

5. Quanto costa un’accordatura di pianoforte?

Il mio costo per accordare un pianoforte è di 85 euro. Poi dipende se sono necessari altri interventi o meno, come la rasatura dei martelli e l’intonazione.

Lo strumento che regola l’intonazione è composto normalmente da tre aghi che colpiscono il martelletto e, ogni punto colpito modifica il suono: dal pianissimo, al medio, al forte, al fortissimo. Punzecchiando il martelletto con gli aghi, in punti precisi, entra aria nel feltro e il suono si ammorbidisce. 

La rasatura è necessaria quando il martelletto, che colpisce le corde, presenta dei solchi sul feltro molto evidenti. Solchi provocati dal contatto con le corde stesse. In questi sochi il martelletto risulta essere meno morbido, modificando così il suono in una timbrica più squillante e meno armoniosa. Rasando il martelletto il feltro torna come in origine e il suono riprende il suo calore. 

6. Perché l’accordatura è una fase delicata e ci si rivolge a una figura professionale specifica?

Chi suona il piano, anche a livelli professionali, di solito non si accorda lo strumento e chiama una persona esperta, perché quella dell’accordatore di pianoforti è un professione a sé. Si può essere pianisti e accordatori contemporaneamente, ma è raro perché, appunto, sono due figure distinte con competenze molto diverse. 

L’accordatura del pianoforte, infatti, è molto tecnica e complessa: bisogna studiare per anni e fare molta pratica prima di farla diventare una professione. 

In questo il pianoforte si differenzia dagli altri strumenti. Chi suona la chitarra, infatti, riesce ad accordarla con facilità, e così anche il violino, la batteria, ecc.

In questo caso, invece, stiamo parlando di uno strumento con tantissime note, e di tre corde per ogni nota.

7. Ci sono dei periodi di lavoro più intensi?

Per quanto mi riguarda, lavoro molto di più nei mesi estivi perché il periodo è ricco di cartelloni di concerti e festival. Inoltre, lavoro anche per accordare i pianoforti sulle navi da crociera, oltre a quelli di privati che si trovano nelle abitazioni. Quindi sì, per me è l’estate il periodo decisamente più carico dal punto di vista professionale. L’inverno, invece, è più tranquillo. 

8. Cosa ti piace di più del tuo lavoro di accordatore di pianoforti?

Ciò che mi piace di più è avere davanti a me uno strumento magnifico come il pianoforte e non una scrivania. Accordo e “curo” strumenti di ogni tipo (a coda, mezza coda, gran coda), marca ed epoca. 

E poi mi emoziona l’armonia che riesco a creare. Entrare in una casa con un pianoforte completamente scordato e uscire ascoltando le melodie armoniose che chi lo suona ora riesce a creare è molto appagante. 

Infine, mi piace essere nel mondo dei professionisti della musica, che implica stare a contatto con musicisti, non solo famosi ma anche molto bravi

9. Hai incontrato musicisti/e artisti/e famosi grazie al tuo lavoro? 

Sì, ho incontrato molte artiste e artisti famosi nel mio lavoro di accordatore di pianoforti. Ti cito qualche nome: Claudio Baglioni, Riccardo Cocciante, Raphael Gualazzi, Andrea Bocelli, Riccardo Muti, Alice, Vinicio Capossela, Simone Cristicchi, Stefano Bollani, Giovanni Allevi, Paolo Fresu, Gino Paoli, Sergio Cammariere, Ramin Bahrami, e molti altri. 

Inoltre, grazie a questo lavoro ho la fortuna di vedere luoghi incredibili e significativi a livello culturale: teatri, arene, chiese, piazze, ville, parchi, biblioteche, studi televisivi e di registrazione.

Una volta ho addirittura accordato un pianoforte storico sulla nave scuola Amerigo Vespucci. 

10. È necessario frequentare corsi di aggiornamento per apprendere strumenti e tecniche di accordatura nuove?

No, non è necessario, anche perché in Italia i corsi sono pochissimi e non ci sono scuole. Sporadicamente qualche conservatorio e l’Aiarp, Associazione Italiana Accordatori Riparatori di Pianoforti, organizzano dei corsi. 

Il mio consiglio per diventare accordatore di pianoforti è: fai molta pratica, con tanta buona volontà. 😊

Have a nice job!

Silvia è copywriter e content writer appassionata di scrittura inclusiva. Ha lavorato per molti anni in agenzia come addetta stampa ed esperta di comunicazione, specializzandosi in diversi settori. Dal 2021 è freelance.