Ti appassionano i contenuti video, YouTube, il cinema e i cortometraggi e ti piacerebbe produrre qualcosa di tuo? Hai una predisposizione per la fotografia e un buon rapporto con la tecnologia digitale? Allora la professione di videomaker potrebbe essere perfetta per unire queste passioni!
Abbiamo parlato con Simone Gramellini, giovane videomaker freelance – esperto di riprese, montaggio, motion design e fotografia – di molti aspetti legati a questo lavoro: come diventare videomaker, cosa fa questa figura, quali sono le opportunità lavorative, la concorrenza, l’attrezzatura adatta, i programmi per editing e montaggio e altro ancora.

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Ti interessa capire se è il lavoro che fa per te? Oppure vuoi rivolgerti a un/a videomaker per video professionali? Il nostro suggerimento è di leggere questa intervista, anche perché Simone ha condiviso molti consigli preziosi e informazioni utili. 

3, 2, 1… ciak, si gira! 🎬

Ciao Simone, sei un videomaker freelance. Racconta un po’ di te alla community di Jopla: dove lavori, da dove nasce la tua passione per la fotografia e i video e perché hai scelto di farla diventare una professione.

Ciao! Vivo a Cesena, sono videomaker freelance e con la mia professione posso lavorare da remoto. Al momento, per i miei clienti mi occupo soprattutto di video per i loro canali social, in particolare YouTube.

La mia passione per il settore risale ai tempi della scuola media. Poi mi sono diplomato a Cesena all’Iti indirizzo informatico e, tra i banchi di scuola, ho capito che la mia professione sarebbe stata nell’ambito della fotografia e del videomaking, grazie a una fotocamera che mi era stata regalata anni prima. Dunque ho fatto esperienza come fotografo per capire meglio la mia predisposizione e il mio stile. 

All’inizio del 2021, apprese le basi teoriche e pratiche della fotografia, sento che realizzare video è ciò che mi piace di più. Da videomaker inizio come montatore video e i primi progetti nascono quasi per gioco, e poi ecco che a febbraio 2022 apro partita IVA e divento videomaker freelance

Puoi spiegarci cosa fa il/la videomaker freelance?

Definirei la professione del/la videomaker freelance un termine ombrello perché racchiude un insieme di sfaccettature. In questa parola possiamo inserire i/le videomaker tuttofare che si occupano di video dalla A alla Z: ideazione, riprese e montaggio, con l’aggiunta di musiche ed effetti. Ma la professione può anche essere più settoriale e focalizzata su una competenza specifica della produzione video, come le riprese, oppure il montaggio. 

In questo caso la persona diventa così molto tecnica e competente proprio su quel singolo aspetto e, perciò, collabora a stretto contatto con altri/e videomaker specializzati in settori complementari.

Una caratteristica che di certo accomuna tutti e tutte i e le videomaker freelance è l’indipendenza e la ricerca della propria clientela. 

Come diventare videomaker freelance: ci parli di come sei diventato professionista? Hai frequentato corsi per videomaker oppure sei autodidatta?

Sono un videomaker al 100% autodidatta. Ho dedicato una mole gigantesca di ore allo studio guardando tutorial su YouTube, soprattutto in lingua inglese, e ho letto molti articoli online, ma in misura inferiore perché numericamente se ne trovano meno. Quindi posso dire che si può diventare videomaker professionisti apprendendo le basi e la teoria in questo modo. 

Va detto, però, che ci sono sempre più corsi che insegnano come diventare videomaker, perché è una professione richiesta ma, non avendoli mai frequentati, non mi sento di dare né consigli né pareri. Di certo diventare videomaker da autodidatta può essere più insidioso, perché una persona deve sapere come organizzare le informazioni che ottiene, capendo quali sono quelle valide e quelle meno affidabili. Il percorso da autodidatta è indicato per chi ha più tempo che budget da dedicare. 

Per quanto riguarda la domanda “come diventare videomaker freelance”: ho aperto partita Iva alla mia prima collaborazione, mentre stavo ancora terminando la scuola superiore. L’esperienza, invece, me l’ero fatta da tempo cimentandomi con video per amici, senza però avere la professionalità che ho adesso, ma mi è stato utile per il portfolio e per crearmi un primo nucleo di contatti. 

Dove può lavorare un videomaker freelance e, soprattutto, illustra come questa professione può essere utile a imprese e privati. E perché è bene che dietro alla telecamera ci sia un/a professionista. 

Per fortuna gli ultimi anni, così come le tendenze future, indicano un aumento del lavoro da remoto, anche da casa, se la mansione lo permette. Nel mio caso, essendo specializzato nel montaggio, posso lavorare da qualsiasi luogo, tranne quando sono necessarie trasferte. 

In merito alle prospettive lavorative, la figura del videomaker freelance può proporsi alla futura clientela andando anche a presentarsi di persona e lasciando i propri biglietti da visita. Ma ci sono sempre più aziende che cercano direttamente videomaker, perché vogliono dare importanza ai social e perciò dedicano risorse specifiche a chi si occupa della creazione di video e di scatti fotografici.  

In questo caso, se la collaborazione è continuativa, e la mole di lavoro è importante, si può diventare quasi come dei dipendenti. 

Un professionista del mondo video, infatti, può essere utilissimo sia per le imprese che per i privati, perché il mercato dei video è sempre più richiesto grazie ai social, che spronano alla creazione di video per ottenere maggiori risultati. Un’azienda, grande o piccola che sia, che ha interesse a raggiungere numeri più alti sui social, dunque, si deve affidare al giusto professionista.

Inoltre, ogni lavoro è diverso per stile e storytelling, in base alla tipologia di cliente, ed ecco che da professionista devo sapere adattarmi al suo stile, seguendo regole di comunicazione ogni volta diverse.  

Quali sono i rischi di affidare un video e un montaggio a persone non esperte di videomaking? Qual è il valore aggiunto che dà un/a professionista?

Se dietro alla telecamera non c’è un/a professionista, ma una persona senza basi e competenze, improvvisata videomaker, ci possono essere molti rischi, anche legali, che si possono ripercuotere sull’azienda e sulla persona che ha creato il video. 

Per portare un solo esempio, ma potrei farne altri: realizzare un video implica avere consapevolezza del materiale che si utilizza, conoscere i diritti d’autore delle canzoni e delle musiche per non violare i copyright. Altrimenti il danno per l’azienda, anche d’immagine, è importante. Affidarsi a professionisti/e del settore significa fare le cose fatte bene. 

E poi il mercato è cambiato, alcune conoscenze non bastano più. Non basta saper fare video con un buon cellulare. Parte fondamentale del lavoro è saper raccontare bene una storia e ottenere un ottimo risultato finale grazie allo storytelling avvincente, secondo le richieste del cliente. 

Se ci si affida a una persona non professionista possono arrivare critiche da parte dei clienti dell’azienda, dei follower di un canale, o da altri professionisti perché si accorgono della scarsa qualità e di eventuali errori

Un/a videomaker professionista, inoltre, ha anche un tocco artistico, uno stile riconoscibile e iconico. Affidarsi a un pro, infine, implica massimizzare le risorse, ed è un risparmio in termini di tempo perché imprevisti e complicazioni possono essere sempre dietro l’angolo. Un videomaker esperto li conosce e sa già come affrontarli e gestirli. 

Quali sono i lavori che ti commissionano con più frequenza?

Attualmente per la mia clientela creo video per YouTube che richiedono un determinato linguaggio: devono essere incalzanti per mantenere l’attenzione di chi li guarda, informativi e della durata massima di 10 minuti. 

Essendo anche fotografo, come moltissimi videomaker, le richieste in questo campo arrivano per shooting personali in location esterne e non artificiose. 

C’è molta concorrenza nel settore video? 

In linea generale dipende molto dalla zona di lavoro. In metropoli come Milano e Roma, dove le agenzie sono molto numerose, è più elevata. Però è una professione che si può svolgere da remoto, quindi è possibile anche lavorare per le agenzie da casa propria nel paesino di provincia.

Per differenziarsi dalla concorrenza, il consiglio che do è quello di avere uno stile personale, unico, anche nella tecnica, in modo da non essere facilmente replicabile.  

E aggiungo anche che bisogna proporre la tipologia di video adatta al cliente, in base al suo settore e ai suoi obiettivi. 

Come diventare videomaker: di cosa si compone la tua attrezzatura? 

L’attrezzatura del videomaker è costosa e dipende dal tipo di lavoro specifico che svolge. A un montatore, ad esempio, può bastare un computer performante. Per chi registra i video, come me, l’attrezzatura si arricchisce e oltre al computer si aggiungono: il corpo macchina e le ottiche, le luci e gli stativi, le cuffie e i microfoni professionali.

Ho anche il patentino europeo per i droni, che si possono acquistare o noleggiare se sono necessari per certi tipi di riprese. Spesso il noleggio può essere la scelta migliore per videomaker ai primi incarichi che non dispongono di grandi budget e di clienti fissi. 

Come diventare videomaker: quali programmi utilizzi per l’editing e il montaggio dei video?

Per quanto riguarda i programmi ho iniziato usando quelli gratuiti e molto basic, come Camtasia. Poi sono passato a quelli professionali e a pagamento: Adobe Premiere Pro, che tuttora utilizzo assieme ad After Effects, Final Cut Pro (ottimizzato per YouTube), Apple Motion e DaVinci Resolve. Quest’ultimo, disponibile anche in versione gratuita, è molto in voga e lo sto approfondendo.

Hai un sogno nel cassetto per la tua professione?

La mia massima aspirazione professionale, non essendo una persona che si permette sfizi, è di realizzare video per produzioni in cui credo e con cui condivido valori etici. Vorrei potermi permettere di fare una selezione a prescindere dal compenso, che deve essere comunque sostenibile. Inoltre, un altro mio obiettivo è poter lavorare con un team di creativi, perché credo molto nelle reti professionali. L’unione di competenze diverse è vincente. 

Vuoi dare un messaggio e un consiglio utile a chi vuole diventare videomaker? 

Sì, certo e mi sta molto a cuore questo messaggio perché l’ho capito troppo tardi, perdendo forse delle opportunità. Se sei un/a aspirante videomaker mi sento di consigliarti di non farti bloccare dalla trappola del perfezionismo e di condividere i video che produci, esponendoti, senza timori. Se ti limiti a voler fare le cose perfette ti perdi tutto ciò che di buono hai fatto nel video e, di conseguenza, ti precludi delle opportunità e delle occasioni preziose. 

Inoltre, la perfezione non esiste perché è soggettiva. Dunque, buttati! 😊

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